venerdì 2 gennaio 2009

Qualità della vita e verde pubblico

I recenti provvedimenti in materia di urbanistica potrebbero essere contestati come reati per pubblicità ingannevole o come reati di falso ideologico.
In ogni caso è reato contro la fede pubblica dire che la densificazione in quanto tale (costruire di più sulla stessa superficie di territorio comunale) migliori sempre la qualità della vita. Pubblicità ingannevole perché si attribuiscono alle proprie delibere in materia di urbanistica qualità che esse non hanno; falso ideologico perché si afferma cosa non vera inducendo nei terzi giudizi errati. Dimostrare reati in materia di qualità della vita è difficile mancando una definizione universalmente condivisa: per una mamma qualità della vita è la scuola dei figli, per un costruttore/immobiliarista è far soldi. Ma su di una cosa si è tutti d’accordo: nella qualità della vita il verde pubblico gioca una parte predominante.
Ci si trova più daccordo perchè il verde pubblico si misura in metri quadrati per abitante e l’ha insegnato a noi per tanto tempo il vicesindaco di Milano De Corato (come altri amministratori di altri comuni) ricordandoci sempre che il verde pubblico era in continuo aumento: l’ultimo suo dato parlava di 17 metri quadri per abitante. Dimenticava, però, di dirci che la diminuzione della popolazione giocava a suo favore: stesso verde ma meno abitanti. Calcoli più realistici come quelli fatti dal professor Antonello Boatti, escludendo cimiteri, aiuole spartitraffico e altre frattaglie, ci portano a dire che i metri sono solo 10 contro i 65 di Berlino o i 24 di Londra. Io preferirei misurare il verde pubblicvo in termini di qualità, mi pare impossibile mettere sullo stesso piano un area verde alberata con un prato all'inglese in termini qualitativi.
Anche a Garbagnate Milanese la percentuale di verde pubblico per abitante è di tutto rispetto, ma solo considerando nei calcoli il territorio occupato dal Parco delle Groane concentrato in una zona. Considerando che le ultime modifiche ai regolamenti urbanistici favoriranno l'aumento della densità demografica, tale rapporto tenderà a diminuire e di molto.
Prima che arrivi una nuova valanga demografica, Milano come Garbagnate Milanese, dovrebbero dotarsi per tempo di nuovi metri quadri di verde. Di verde urbano che serva ad anziani, mamme e bambini, cittadini che vogliono godersi l’aria aperta senza fare chilometri. Sfruttando i metri quadrati rispetto di aree disponibili il cui vincolo è decaduto, aree già destinate a standard (servizi collettivi, servizi d’interesse generale, parchi intercomunali e verde pubblico), aree che l’amministrazione comunale vorrebbe rendere edificabili per edilizia residenziale, come dice, con il fine di migliorare la qualità della nostra vita. Rendere edificabili queste aree è follia e dire che è un’operazione per migliorare la qualità della vita è sbagliato; oggi è solo il caso di rinnovare in qualche modo i vincoli per avere spazio di manovra. E' già del tutto insensato dismettere per edilizia privata zone industriali dismesse (ex Alfa Romeo di Arese).
A Milano, la città che dovrebbe attrarre giovani coppie, oggi le mamme si domandano: "È meglio avere le auto in sosta vietata ma finanziare con le multe il Comune o rinunciare alle materne perché non ci sono i soldi?". Questa è oggi la sola qualità della vita del comprensorio milanese: poter scegliere il meno peggio.

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