mercoledì 18 febbraio 2009

Contestati esperimenti animali Insubria

La Lega Anti Vivisezione (LAV) critica i protocolli di sperimentazione dell'Università Insubria (UnInsubria). Il secondo dossier sulla vivisezione all'Università dell'Insubria di Busto Arsizio rinnova tutte le motivazioni già esposte in passato, se possibile aggravate dal tempo trascorso. Tempo durante il quale il Comune non ha dato attuazione alla famosa "risoluzione di San Francesco" approvata il 4 ottobre 2003 dal Consiglio Comunale e che prometteva uno stop agli esperimenti su animali in città. Tempo durante il quale agli attacchi della LAV i ricercatori dell'Insubria hanno discutibilmente motivato le ricerche in corso come via alla cura di malattie quali la sindrome di Rett.
Il dottor Stefano Cagno, psichiatra presso l'Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, cerca di analizzare un intero modo di fare ricerca, non solo all'Insubria, ma in tantissime realtà. Per lui gli studenti universitari subiscono un vero e proprio mix antiscientifico di indottrinamento e desensibilizzazione che li conduce a credere genuinamente nella validità degli esperimenti su animali, quando poi, riferisce, "il 46% delle sostanze che risultano tossiche per i ratti non lo risultano per i topi! E c'è chi, come le industrie chimico-farmaceutiche, fa di peggio: per far passare per innocui propri prodotti semplicemente cambia cavia finchè trova quella giusta. Alla fine, la vera cavia è l'uomo, con gli esperimenti su animali usati solo come scudo contro querele e richieste di risarcimenti".
"Si usano animali dagli anni Quaranta nella ricerca sul cancro, ma i malati aumentano: la malattia ha cause complesse, non paragonabili fra animali e uomo. Milioni di pubblicazioni, non una dimostra l'utilità della sperimentazione animale per l'uomo. I metodi alternativi ci sono, e il tempo darà ragione".
"Ci sono poi delle contraddizioni: esperimenti su cannabis e schizofrenia fatti sui ratti, quando poi negli esseri umani io, psichiatra, da manuale per diagnosticare la schizofrenia devo escludere l'uso pregresso di sostanze psicoattive...".

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