mercoledì 15 aprile 2009

Elettrosmog dannoso a distanza

Non è vero che più si è vicini a un ripetitore, più si è esposti alle onde elettromagnetiche.
Sembra dimostrarlo uno studio francese, specificando che l’esposizione massima alle frequenze di telefonia mobile raggiunge il picco a una distanza di 280 metri se siamo in città e a 1000 metri se abitiamo in zona periferica. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista di scienze inglese Occupational & Environmental Medicine.
Le onde elettromagnetiche sono invisibili e impercettibili e gli individui non possono da soli avere idea del loro stato di esposizione. Da ciò la convinzione che questo dipenda dalla distanza rispetto alle fonti. L’esito della ricerca dimostrerebbe l’infondatezza dell’ipotesi.
Per giungere a tale conclusione gli studiosi hanno dotato un campione di 200 abitanti di un rivelatore di onde così da poter misurare l’esposizione di ognuno nell’arco di 24 ore.
I livelli massimi, sempre al di sotto dei 1,5 volt per metro quadrato (soglia stabilita dalla normativa internazionale), sono stati registrati, a seconda della zona dell’abitazione, a 280 metri in città e a 1.000 metri in periferia.
Questo perché in città i ripetitori sono bassi e il loro angolo di diffusione arriva prima a toccare il livello delle case; in periferia, dove le antenne sono piazzate più in alto, prima di giungere a terra le onde compiono un tragitto più lungo.
Il risultato dovrebbe indurre a riconsiderare le misure nazionali e internazionali, visto che la valutazione di un rischio dovrebbe basarsi sulla conoscenza delle cause e dei meccanismi. Allo stato attuale non siamo in queste condizioni.

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