mercoledì 8 aprile 2009

Il Bilancio Ambientale si fa strada

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) ha pubblicato un documento in cui si indicano le linee guida per la redazione delle relazioni che accompagnano i bilanci annuali delle aziende, inserendo anche informazioni riguardo all’ambiente e alle risorse umane.
Il documento chiarisce e interpreta una norma (il dlgs 32/07) che aveva previsto che nelle relazioni degli amministratori, che accompagnano i bilanci delle aziende, vi fossero anche indicazioni non strettamente attinenti al risultato finanziario, arrivando alla conclusione che le informazioni riguardanti l’ambiente e il personale debbono essere fornite in maniera obbligatoria, a prescindere quindi dagli effetti economici da essi prodotti e non in base alla discrezionalità dell’amministratore.
La novità maggiore sembra relativa al fatto che non si parla di bilanci di sostenibilità o di bilanci sociali, che sono strumenti volontari, ma proprio di bilanci economici di un’azienda.
Si obbligano le aziende a fare politiche di responsabilità sociale su due tematiche che sono l’ambiente e le risorse umane e di riportare questi dati nel bilancio annuale in maniera obbligatoria. Una interpretazione importante del decreto che sommata a quanto previsto dalla normativa riguardo alla responsabilità penale degli amministratori, la 231/2001, credo possa dare un importante contributo a far diventare le aziende più responsabili. Sempre che ci sia la volontà di guardarli questi bilanci e da consumatori prendere delle decisiomi responsabili e critiche.
Nel caso non si sia in grado di dimostrare che l’amministrazione di una azienda ha operato per evitare che vi possano essere danni in particolare alle persone ne risponde penalmente. Con l’obbligo di inserire informazioni riguardo alle misure intraprese per minimizzare gli impatti ambientali e per migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro, si impone alle aziende di essere più sensibili a questi temi e di rendicontare questa sensibilità nei bilanci.
La pratica di redigere bilanci ambientali e di responsabilità sociale si è molto diffusa, soprattutto dopo il libro verde dell’Unione Europea del 2001, ma si sa che l’Italia è un paese in cui le cose si fanno soprattutto quando sono obbligatorie. Fintanto che rimangono nella sfera delle azioni volontarie ci sono aziende che fanno grandi passi avanti, e ce ne sono state molte anche di importanti che hanno accresciuto la loro responsabilità, ma anche tante altre che invece aspettano che i processi diventino obbligatori.

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