sabato 9 maggio 2009

Maroni Ministro fuorilegge

Nei giorni scorsi 3 barconi con 227 immigrati, tra cui 40 donne, sono stati avvistati nel canale di Sicilia. In nottata delle motovedette italiane hanno abbordato gli scafi e li hanno condotti in Libia. Il Ministro dell'Interno Maroni ha esultato come per una vittoria raggiunta.
Rimpatriare dei migranti senza nemmeno identificarli né permettere loro l’accesso alle procedure sul diritto d'asilo è un comportamento ILLEGALE al di fuori di ogni legislazione nazionale ed internazionale. Già nel 2005, la Corte Europea dei diritti umani aveva condannato le procedure del rimpatrio forzato disposte dal Governo italiano. L’allontanamento di queste persone dall’Italia, senza aver dato loro un minimo di assistenza medica a terra, è inoltre contrario ai principi umanitari, se si tiene conto che queste persone hanno effettuato un viaggio lungo e pericoloso, in condizioni estreme, per giungere in prossimità delle nostre coste. Ancora più grave è la decisione di rimpatriarli verso un paese come la Libia, che, come noto, non aderisce alla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951. Una decisione che potrebbe tradursi in una seria minaccia per la vita di queste persone.
Medici Senza Frontiere che è presente a Lampedusa dal 2002 per fornire assistenza agli immigrati che sbarcano sull’isola, ha potuto verificare nel corso degli ultimi anni, un aumento tra i migranti che giungono sull’isola di categorie vulnerabili (donne e bambini) e di persone provenienti da Paesi in guerra e quindi con tutti i diritti internazionali di fare richiesta di diritto d’asilo.
Il Governo italiano ha mandato i 227 migranti al massacro in un paese che ne farà quel che vuole, li torturerà e alcuni verranno anche uccisi. Grande risultato storico di cui VERGOGNARSI tutti. Le testimonianze di alcune donne “più fortunate” che dalla Libia sono scappate possono essere viste qui.

Aggiornamento del 10/05/2009: altre 240 persone respinte in Libia senza riconoscimento e assistenza sulla nostra coscienza. Non su quella di Maroni che non ha coscienza.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Il comunicato stampa di Amnesty International Italia:
"Nonostante gli appelli provenienti da autorevoli organismi, tra cui l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, e le numerose prese di posizione dell'associazionismo e della società civile del nostro paese, l'Italia ha proseguito con la politica di ricondurre in Libia le persone soccorse nel Mediterraneo.

La settimana scorsa, all'emergere delle prime allarmanti notizie, Amnesty International aveva chiesto all'Italia di non giocare con le vite umane e, assieme alle maggiori organizzazioni umanitarie e di tutela dei rifugiati, aveva rivolto una richiesta urgente di spiegazioni al ministro dell'Interno Roberto Maroni.

Invece di fornire una risposta, chiarendo quali fossero le condizioni e l'identità delle persone ricondotte in Libia, paese che non ha una procedura di asilo e che non offre alcuna protezione ai rifugiati, il ministro Maroni, secondo quanto riportato dagli organi di informazione, ha rivendicato nel corso del fine settimana questa politica, che appare il doloroso culmine di una cooperazione con la Libia del tutto incondizionata in materia di diritti umani, condotta da figure istituzionali di spicco dei governi succedutisi negli ultimi anni.

È più che mai urgente che l'Italia si rimetta in linea con il diritto internazionale sui diritti umani, a partire dal rispetto del principio di non refoulement (non respingimento) contenuto nella Convenzione di Ginevra del 1951, che vieta di rinviare "in qualsiasi modo" gli esseri umani verso territori in cui sarebbero a rischio di persecuzione.

Prendere una decisione prima che una qualsiasi procedura di accertamento dello status individuale abbia luogo è una prassi che mette a rischio i richiedenti asilo e si pone in netto contrasto con questo principio. Le centinaia di persone ricondotte in Libia dall'Italia vanno incontro a una sorte incerta e le poche informazioni disponibili sulla loro identità, età e condizioni di salute non fanno che accrescere l'allarme.

Impedire ai migranti che arrivano via mare l'accesso al diritto di asilo non offre peraltro alcuna soluzione chiave in materia di politica dell'immigrazione e produce, nell'immediato, un solo risultato: allontanare queste persone dalla nostra vista e portare al di fuori dello spazio europeo i loro diritti umani. Fino a quando le autorità italiane saranno coinvolte direttamente in atti di questo tipo, risulta difficile immaginarle estranee sotto il profilo della responsabilità."

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Anonimo ha detto...

Noi viviamo in un mondo dove se io do un calcio ad un cane vengo arrestato, mentre i ministri non rispondono nemmeno della morte di quelle persone respinte con la forza e senza accertarne lo stato di salute.

Anonimo ha detto...

Caro anonimo, se un ministro compie atti del genere e viene condannato, si dirà che non c'è democrazia! Così succede in Eritrea, dove più di un ministro sono agli arresti per comprovata attività illecita e, automaticamente, dal nostro punto di vista, il presidente è considerato un dittatore!
Walter

Unknown ha detto...

Secondo il tuo punto di vista, neppure Saddam Hussein era un dittatore.
Non siamo solo noi a dire che Isaias sia un dittatore, lo dice tutta l'opinione pubblica internazionale da anni. Questo perchè non ci sono solo i casi a cui ti riferisci, ma agli arresti ci sono anche persone che hanno la sola colpa di non essere allineati al dittatore.
Vuoi un elenco delle dittature esistenti nel mondo attuale per fare qualche paragone?

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