Proibire senza cultura civile e sociale
L’ultima e ormai famosa decisione del Sindaco di Milano Moratti e della sua Giunta di vietare la vendita dell’alcool ai minori di 16 anni, è un provvedimento che, come per tante altre problematiche, cerca di abbattere l’alcolismo giovanile senza cercarne e ridurne le cause e con il solo risultato di indurre i giovani a nasconderne l’uso e bere dalla bottiglia nascosta nel sacchetto come si fa negli USA.
Il proibizionismo vive di ipocrisia e di essa si nutre. I giovani, sono oggetto di pubblicità e marketing che creano modelli di vita da imitare perché sono un popolo di consumatori spensierati. Spesso tenuti volutamente nell’ignoranza del mondo che li circonda e dei suoi problemi.
I giovani saranno conseguentemente attratti da questa nuova trasgressione che li porterà ad elevarsi al livello dei loro miti e dei loro modelli di riferimento.
Non c'è proibizionismo che tenga se prima non c'è alle spalle un lungo lavoro di cultura e di società che crei dei modelli di riferimento ben diversi da quelli attuali. Questo vale per l'alcool come per il fumo e le droghe o per l'alta velocità di auto e moto. Vale per il rispetto delle donne come dell'ambiente e degli animali. Vale per il rispetto degli anziani come delle cose pubbliche.
Proibire non serve, manca la cultura civile e sociale.


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