giovedì 18 febbraio 2010

Il tonno in scatola non è sostenibile

tonno scatola Il tonno in scatola è tra le conserve più vendute in Italia e nel Mondo, ma ben poco si sa cosa c'è davvero nelle scatolette. Per pescare il tonno si utilizzano spesso metodi distruttivi che sono responsabili della cattura accidentale di altre specie come tartarughe e squali oltre che di esemplari immaturi di tonno. Oltre al tonno rosso la cui pesca è stata vietata perchè vicino all'estinzione, il tonno pinna gialla, il più consumato in Italia, inizia ad avere serie preoccupazioni.
Per raccogliere informazioni sulla sostenibilità delle scatolette, Greenpeace ha inviato un questionario alle aziende e sulla base delle risposte ha fatto le sue valutazioni.
Due dei marchi più venduti in Italia, Tonno MareAperto STAR e Consorcio, per la loro assoluta mancanza di trasparenza sono in fono alla classifica. Un punteggio solo leggermente superiore lo ottiene Nostromo che fornisce poche informazioni sulla provenienza del tonno utilizzato per la sua produzione.
Riomare guadagna qualche punto in più, perché ha fornito informazioni precise sull'origine dei tonni, ma non ha adottato precisi criteri di sostenibilità nella scelta del tonno utilizzato.
Il punteggio più alto va a Coop, ASdoMar e Mare Blu, le uniche che hanno adottato una politica precisa per l'approvvigionamento sostenibile. ASdoMar, inoltre, è uno dei pochi che, in metà dei propri prodotti, utilizza il tonnetto striato, specie considerata in buono stato, pescato con metodi sostenibili (lenza e amo).
Fonte: Greenpeace.

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