martedì 5 ottobre 2010

Basilea 3 è in arrivo e non piace alle banche

Ad inizio settembre, il Comitato sulla vigilanza bancaria, organizzazione internazionale istituita dai governatori delle Banche centrali dei dieci paesi più industrializzati, ha approvato Basilea 3. Basilea 3 è un accordo che apporta delle modifiche agli accordi precedenti, volte a rafforzare le banche imponendo loro più stabilità ed evitare altre crisi economiche. L'accordo Basilea 3 dovrà essere sottoposto ad approvazione definitiva da parte del G20 di novembre a Seul.
Senza entrare in dettagli tecnici poco comprensibili, almeno sulle linee guida c'è una certa chiarezza e semplicità. Le operazioni di una banca comportano dei rischi e quindi delle possibili perdite, quindi l'accordo Basilea 3 punta ad aumentare il capitale che un istituto di credito deve accantonare per fare fronte ai rischi. Viene aumentata la percentuale già stabilita dagli accordi di Basilea e Basilea 2.
In particolare viene ridefinito il rapporto tra il capitale e il rischio ponderato, che dal 2% dovrà salire al 4,5%. A questa misura si aggiunge un nuovo "buffer" del 2,5% che potrebbe anche aumentare nel caso la situazione economica peggiori di nuovo.
Prima dell'accordo non sono mancate le polemiche da parte delle banche preoccupate di non riuscire a raggiungere gli obiettivi. Polemiche inutili visto che per il raggiungimento dello stato di regime sono previsti 9 anni circa. Quello che più preoccupa le banche è bloccare una quantità eccessiva di denaro.
Tra le banche più attive nelle proteste, l'italiana Unicredit con il suo ex amministratore delegato Profumo. Le critiche presentate prevedono un futuro a rischio di riduzione del credito a famiglie e imprese, quindi un ostacolo alla ripresa economica e l'aumento di disoccupazione.
In realtà gli studi sugli impatti dell'accordo smentiscono queste critiche. Il problema vero è che le banche non fanno più le banche da molto tempo. Non amano la stabilità e privilegiano i rischi. Tanto, come accade spesso in tanti ambiti, rischi e responsabilità sono scaricati sulla collettività. Le statistiche parlano chiaro e il comparto finanziario èquello che in assoluto ottiene più sovvenzioni statali al mondo.

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