venerdì 8 ottobre 2010

Gli inceneritori non vogliono la raccolta differenziata

In questi giorni è tornata alla ribalta la gestione rifiuti campana con le giuste proteste dei cittadini contro l'aperura di nuove discariche nel Parco del Vesuvio.
Per capire bene e una volta per tutte cosa c'è dietro alle discariche e agli inceneritori gestiti da società private, basta seguire quanto accaduto per la gestione rifiuti in Abruzzo. Senza entrare nei dettagli legati all'ambiente, all'ecologia e al consumismo, per altro fondamentali, ulteriori motivi ci sono per rifiutare la creazione di nuovi inceneritori e nuove discariche in Italia.
Un'inchiesta nata da quelle intercettazioni telefoniche che il Governo vorrebbe limitare, ha fatto venire alla luce un intreccio di criminalità dal quale si deduce in modo chiaro che chi specula con gli inceneritori non sopporta la differenziata.
Per colpa dell'obbligo di raccolta differenziata al 40% previsto da una legge regionale abruzzese, era diventata troppo poca l'immondizia per alimentare l'inceneritore voluto dall'Assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni (PDL) e dal privato gestore di discariche Rodolfo Di Zio.
In una intercettazione, Di Zio: "Quello (l'inceneritore) si mangia una freca di immondizia e io non so dove andarla a trovare ...". "Occorre ritoccare il piano regionale dei rifiuti, abbassando lo sbarramento della raccolta differenziata".
E' proprio quello che viene fatto con pressioni sull'Assessore regionale all'ambiente Daniela Stati (PDL) che ha deciso da poco di collaborare nell'inchiesta. Anche lei finita nelle intercettazioni telefoniche, nel settembre 2009 riferisce al Presidente regionale Gianni Chiodi, "Presidè, io te lo dico francamente, se lui (Venturoni) pensava di venire a fare gli affari come ha più volte cercato di provare a fare, anche all'assessorato all'ambiente dove stanno i rifiuti, io devo fare il bene dell'Abruzzo".
Il 20 ottobre del 2009 il dirigente del settore rifiuti della Regione, Franco Gerardini comunica direttamente a Di Zio che l'obbligo del 40% "sparisce".

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