giovedì 1 settembre 2011

Indignazioni e proteste di poco conto

La notizia è un po' vecchiotta, ma la discussione che ne segue è sempre di attualità.
Mi riferisco alla notizia della Coin di Milano che ad inizio estate ha utilizzato dei modelli in costume da bagno in vetrina, al posto dei manichini.
In realtà non è una novità. Già anni prima, Fiorucci aveva dei modelli che ballavano in vetrina al posto di manichini inanimati.
La notizia ha avuto la sua risonanza perchè la CGIL ha protestato con l'azienda per il trattamento riservato a dei lavoratori. Ma gli stessi lavoratori hanno risposto contro la posizione del sindacato.
Vi invito alla lettura di quanto ha scritto da Gad Lerner sull'argomento e che condivido in gran parte: Lavoratori come merci in vetrina: si può?
Ritengo che la CGIL abbia ben altro del quale doversi occupare e che il paragone con gli animali vivi in vetrina regge poco perchè gli animali non hanno avuto libertà di scelta.
Qual'è la differenza tra una pubblicità televisiva con modelli in costume e modelli in costume in una vetrina? Sarebbe stato diverso se Coin avesse messo dei mega schermi nelle vetrine mandando in onda i modelli video registrati?
Credo che la nostra indignazione dovremmo spenderla meglio su ben altri argomenti.

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